Anche le aspettative dei turisti sul Carnevale di Venezia si sono infrante: gondole incagliate e traffico stradale intasato.
Famosa per i suoi canali, ponti e taxi d’acqua, adesso Venezia si trova al centro di un’emergenza dato che alcuni canali si stanno prosciugando dopo settimane di siccità. La città, che di solito si preoccupa per le inondazioni, adesso teme che ci possano essere disagi anche per ambulanze e taxi d’acqua faticherebbero a spostarsi.
Migliaia di turisti accorsi in Veneto per assistere alla celebre tradizione del Carnevale di Venezia, che da anni ormai trasforma in festa tutta la città. Eppure, quest’anno anche i tradizionali giri in gondola sono stati colpiti, come anche l’idroambulanza che trasporta i pazienti in barella per le vie della città.
Le cause del prosciugamento
I problemi a Venezia sarebbero attribuiti non solo alla mancanza di precipitazioni, ma anche all’alta pressione, alla luna piena e alle correnti marine. Sono stati gli scienziati ad affermare che la catena montuosa delle Alpi ha avuto meno della metà delle normali nevicate, causando problemi nelle stazioni sciistiche di tutti i paesi in montagna. Infatti, anche i livelli delle acque del Lago di Garda hanno raggiunto minimi storici.
“Fa parte dello stesso problema: non piove la siccità anticiclonica con l’alta pressione non fa crescere l’acqua”, ha spiegato il responsabile del Centro maree del Comune di Venezia, Alvise Papa. Precisa poi che “le correnti provenienti dal nord impediscono lo sviluppo delle maree in Adriatico”, preoccupandosi poi della “Luna piena, in cui le massime sono più alte e le minime più basse”.
I pazienti per le vie della città
Uno dei disagi più preoccupanti però riguarda soprattutto le idroambulanze, un sistema rapido ed efficace di soccorso medico che da una settimana non può raggiungere alcune zone della città. Così sono frequenti i ritardi nelle cure dei malati, e per raggiungere le abitazioni gli operatori devono camminare a piedi e trasportare in barella i pazienti per le vie storiche.
“Stiamo facendo fronte con difficoltà a una situazione ambientale che rende ancora più complessa la gestione dei soccorsi in laguna in particolare nella città storica”, dice al Corriere della Sera il primario del Suem, Paolo Rosi. Gli operatori sono spesso costretti a fermare i mezzi a distanza rispetto al punto di destinazione e a proseguire a piedi. In molti casi con un paziente da trasportare a braccia.